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dai GIORNALI di OGGI

Nel nostro Paese il Pil a -5,5% nel 2009, nel 2010 a + 0,4%

L'Ocse: crisi,evitato il peggio "In Italia recessione molto forte"

L'Organizzazione rivede in meglio le sue previsioni sull’economia mondiale. "Ma non è tempo di rilassarsi".

Il nuovo rapporto dell'Ocse sulla previdenza. L'analisi del nuovo rapporto sulle Finanze pubbliche 2009 Ue, allarme debito per l'Italia . "Paese più vulnerabile alla crisi"

Ma "il successo delle aste è rassicurante" e "l'assenza di grandi squilibri esterni riflette la posizione finanziaria relativamente sana del settore privato"

Pensioni, in Italia record di spesa, più tasse, le donne prendono meno

Assorbono quasi il 30% del bilancio, rispetto a una media del 16% negli altri paesi
Ma anche la tassazione è il doppio, 24% contro 12,7

L'ANALISI di Repubblica: I conti senza le tasse

Più di tremila gli evasori scoperti, 1.200 sono stati denunciati All'estero patrimoni non dichiarati per 3,1 miliardi di euro. Fisco, in cinque mesi scoperti redditi nascosti per 13,7 miliardi. Sequestrati 4 milioni di "Gratta e Vinci" falsi e 2mila videoslot

i dati dell'istat Industria, crollano fatturato e ordinativi

Diminuzioni rispettivamente del 22% e del 32%. Giù anche il mercato dell'auto: -20%

2009-06-24

Ingegneria Impianti Industriali

Elettrici Antinvendio

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DG

Studio Tecnico

Dalessandro Giacomo

SUPPORTO ENGINEERING-ONLINE

 

L'ARGOMENTO DI OGGI

 

 

CORRIERE della SERA

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2009-06-24

 

Nel nostro Paese il Pil a -5,5% nel 2009, nel 2010 a + 0,4%

L'Ocse: crisi, evitato il peggio
"In Italia recessione molto forte"

L'Organizzazione rivede in meglio le sue previsioni sull’economia mondiale. "Ma non è tempo di rilassarsi".

ROMA - I paesi avanzati sono riusciti ad evitare il peggio della crisi globale, ma la ripresa sarà debole. È questa la sintesi dell'ultimo Economic Outlook dell'Ocse, secondo il quale i 30 Paesi che compongono l'area Ocse "stanno per toccare il fondo della crisi, dopo la peggiore recessione da 60 anni a questa parte". Tuttavia, la ripresa sarà "debole e fragile" e "il danno economico e sociale causato dalla crisi sarà di lunga durata". Per questo, avverte il capo economista dell'Ocse Jorgen Elmeskov, "questo non è il momento di rilassarsi". L'Ocse rivede al rialzo le stime di crescita dei Paesi che ne fanno parte, "per la prima volta dal giugno 2007". Il Pil 2009 dell'area Ocse registrerà una contrazione del 4,1% (contro il -4,3% delle precedenti stime), mentre nel 2010 è atteso un ritorno ad una crescita dello 0,7% (-0,1%). L’ente parigino stima inoltre una contrazione del Pil mondiale pari al 2,2 per quest’anno, a cui seguirà una ripresa del 2,3 per cento nel 2010

PIL A -5,5% - L'Italia, si legge nell'Economic Outlook, sta attraversando un periodo di recessione "molto forte" che continuerà "fino alla fine del 2009", poi, nel 2010, ci sarà una "lenta ripresa". Nell'anno in corso il Pil scenderà del 5,5% per poi tornare a salire dello 0,4% il prossimo anno.

"ANDRANNO RIDOTTI DEBITO PUBBLICO E DEFICIT" - "Sembra che il peggior scenario sia stato evitato - si legge nelle conclusioni del rapporto - e le economie Ocse stanno per toccare il fondo". Ma la "ripresa sarà debole e fragile per qualche tempo" e le conseguenze economiche e sociali della crisi saranno di lunga durata. "Tuttavia - spiega il rapporto - sarebbe potuto andare peggio. Grazie a un forte sforzo di politica economica uno scenario ancora più nero sembra essere stato evitato. Ma non c'è ragione di compiacersi: resta la necessità di una determinata azione politica da effettuarsi attraverso un'ampia gamma di politiche". Nel rapporto l'Ocse parla dunque di una ripresa stentata, e si invitano i governi ad "implementare pienamente le misure di stimolo già annunciate". Inoltre occorre una "migliore regolamentazione e supervisione dei mercati finanziari" per evitare il ripetersi di crisi come questa. A questo proposito l'Ocse invita chi non l'ha ancora fatto, a "rendere pubblici" gli stress test delle banche e a favorire la ricapitalizzazione degli istituti finanziari. L'Outlook prefigura anche una exit strategy dalla crisi. "Quando la ripresa sarà sufficientemente forte - si legge - il debito pubblico e il deficit dovranno essere ridotti". Il consolidamento andrà fatto in modo coordinato tra i diversi paesi.

24 Giugno 2009

 

 

 

 

Il bilancio dei primi 5 mesi d'indagine nel 2009 della Guardia di Finanza

Fisco: nascosti redditi per 13,7 miliardi

Accertati anche recuperi di Iva dovuta e non versata per 2,3 miliardi e rilievi Irap per 8,7 miliardi

MILANO - Nei primi 5 mesi dell'anno la Guardia di Finanza ha scoperto redditi nascosti al fisco per 13,7 miliardi, cui devono aggiungersi recuperi di Iva dovuta e non versata per 2,3 miliardi e rilievi Irap per 8,7 miliardi; mediamente, queste cifre confermano e sopravanzano del 10% i risultati del 2008 che si era chiuso con il consuntivo più alto degli ultimi decenni.

IL BILANCIO - La Guardia di Finanza ha inoltre individuato 3.200 evasori totali e paratotali che avevano occultato redditi per 8 miliardi, tra cui 1.200 denunciati alla magistratura per omesse o infedeli dichiarazioni; accertatE frodi per emissione ed utilizzo di fatture false con addebiti d'Iva per 1,1 miliardi (il doppio rispetto al 2008) ed eseguiti sequestri patrimoniali a carico degli indagati per 176 milioni (+160% sul 2008); rilevati casi di evasione internazionale per 3,1 miliardi, in relazione a spostamento all'estero della residenza fiscale, triangolazioni con Paesi "off-shore" ed omesse dichiarazioni di capitali detenuti all'estero. "La lotta all'evasione fiscale - si legge in una nota - è stata, e lo sarà ancora nel 2009, l'obiettivo prioritario dell'azione della Guardia di Finanza: in linea con le direttive del ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, le strategie operative di quest'anno sono state indirizzate verso la selezione dei soggetti a maggior rischio, ossia di quelli che evadono di più nell'ambito delle varie categorie economiche, alla luce dei gravi danni arrecati nell'attuale periodo di crisi non solo al bilancio dello Stato, ma anche in termini di equità sociale, allontanando peraltro la ripresa della crescita". Di fatto, sottolinea ancora la Gdf, "la notizia è che sta aumentando il gettito fiscale frutto dell'attività di contrasto all'evasione, dato che le somme effettivamente incassate dall'Agenzia delle Entrate nei confronti dei soggetti verificati sono in costante crescita (+28% nel 2008 rispetto all'anno precedente); ogni mese circa il 10% delle verifiche effettuate dai finanzieri sono oggetto di adesione integrale da parte dei contribuenti, che preferiscono rinunciare a presentare ricorso e chiudere la partita con il pagamento del debito e di una somma ridotta a titolo di sanzioni".

CONTROLLO - L'attività di controllo dei primi 5 mesi ha inoltre evidenziato oltre 23 milioni di euro di diritti doganali evasi accertati, con il sequestro di 106 tonnellate di tabacchi lavorati esteri di contrabbando; 16 milioni di accise evase su oli minerali ed alcoli, di cui 15 tonnellate sequestrate in flagranza di reato; 3.500 interventi a tutela del monopolio statale sui giochi e sulle scommesse, che hanno portato al sequestro di 2.050 videoslot, 300 agenzie di bookmaker esteri e 4.500.000 tagliandi di lotterie istantanee gratta e vinci non autorizzate. Gli accertamenti in materia di spesa pubblica hanno condotto alla scoperta di truffe in materia di finanziamenti comunitari e nazionali a sostegno delle imprese per 220 milioni, danni erariali denunciati alla Corte dei Conti per 480 milioni e casi di malasanità per 52 milioni (il doppio rispetto al 2008). In particolare, 1.850 persone sono state denunciate alla magistratura per truffe ed indebite fruizioni di prestazioni sociali agevolate destinate alle fasce di famiglie più deboli (borse di studio, affitti di alloggi, esenzioni dai ticket sanitari, buoni libro, assegni di maternità, ecc...). 23 giugno 2009(ultima modifica: 24 giugno 2009)

 

 

 

 

 

 

 

 

le tasse e i contributi sociali rappresentano il 44% del costo

Ue: Italia prima per le tasse sul lavoro

Per l'Eurostat il nostro è il paese dell'Unione europea dove è più alto il carico fiscale sul lavoro

MILANO - L'Italia è il Paese Ue dove è più alto il carico fiscale sul lavoro: lo ha reso noto oggi Eurostat in base al confronto effettuato sui dati relativi al 2007. In Italia, secondo Eurostat, le tasse e i contributi sociali rappresentano il 44% del costo del lavoro contro il 42,3% della Svezia e il 42,3% del Belgio.
Secondo le tabelle diffuse oggi da Eurostat, tra il 2000 e il 2008, è invece diminuita di un punto percentuale l'aliquota massima applicata ai redditi delle persone fisiche, passata dal 45,9 al 44,9%. Per i redditi delle imprese italiane, segnala ancora Eurostat, la riduzione dell'imposizione fiscale è arrivata a sfiorare i 10 punti percentuali. Si è passati dal 41,3% del 2000 al 31,4% di quest'anno.

IMPOSTE SULLE SOCIETA' - Per i redditi delle imprese italiane, segnala ancora Eurostat, la riduzione dell'imposizione fiscale è arrivata invece a sfiorare i 10 punti percentuali. Si è passati dal 41,3% del 2000 al 31,4% di quest'anno, stabile rispetto al 2008. Quello dell'Italia comunque è il quarto livello di tassazione più elevato nella Ue dopo Malta (35%), Belgio (34%) e Francia (34,4%).


22 giugno 2009(ultima modifica: 23 giugno 2009

 

 

 

i dati dell'istat

Industria, crollano fatturato e ordinativi

Diminuzioni rispettivamente del 22% e del 32%. Giù anche il mercato dell'auto: -20%

ROMA - Calo a due cifre per il fatturato dell'industria italiana: ad aprile - comunica l'Istat - si è registrata una diminuzione del 22,2% rispetto allo stesso mese dell'anno scorso. Negativa anche la variazione degli ordinativi con un calo del 32,2%. Per quanto riguarda la variazione su marzo 2009, il fatturato ha registrato una variazione pari a zero, mentre gli ordini sono calati del 3,7%.

AUTO - L'industria dell'auto registra un piccolo rimbalzo ad aprile per gli ordini nazionali: nel mese hanno segnato un +4,6%, rispetto ad aprile 2008. Crolla però la domanda estere con un -44,5%. Gli ordini registrano quindi una variazione complessiva di -20,2%. Segno meno anche per il fatturato: -5,5% quello nazionale, -58,1% quello estero; -31,1% il fatturato complessivo.
22 giugno 2009(ultima modifica: 23 giugno 2009)

 

 

 

 

 

 

REPUBBLICA

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2008-06-24

 

A livello globale l'economia comincia a migliorare, specie in Cina e Usa
Soffre ancora l'area euro. "La Bce faccia di tutto per tagliare ancora i tassi"

Ocse rivede le previsioni al rialzo
Ma in Italia la situazione peggiora

Allarme disavanzo nel nostro Paese: 5,3% quest'anno, 5,8% il prossimo
E sempre nel 2009 il prodotto interno lordo scenderà al 5,5%

PARIGI - Per la prima volta da due anni l'Ocse rivede al rialzo le previsioni economiche. L'outlook diffuso oggi prospetta per il 2009 una flessione del pil dei Paesi dell'Organizzazione del 4,1% contro il -4,3% annunciato a fine marzo, e un ritorno al segno positivo nel 2010 con +0,7% (da -0,1%). Per il pil globale la stima è di -2,2% quest'anno (-2,7% a marzo). Ma in Italia, nel 2009, il pil registrerà una contrazione del -5,5%.

Il nostro Paese, secondo l'Ocse, sta attraversando un periodo di recessione "molto forte" che continuerà "fino alla fine del 2009". Mentre nel 2010 ci sarà una "lenta ripresa". Nell'anno in corso il pil scenderà ancora, per poi tornare a salire dello 0,4% nel 2010. Anche il nostro deficit "crescerà in modo sostanziale nel 2009 e potrebbe aumentare ulteriormente nel 2010, nonostante il programmato consolidamento fiscale". Per quest'anno il disavanzo sarà al 5,3% del Pil e per il prossimo al 5,8%.

La revisione al rialzo riguarda in primo luogo gli Usa (nel 2009 -2,6% dal precedente -4% e nel 2010 +0,9% da 0) e le grandi economie extra-Ocse come la Cina. Per la zona euro, invece, "non sono ancora visibili chiaramente segnali di ripresa" e il quadro peggiora nel 2009, con un calo del pil del 4,8% (da -4,1%), seguito da una stagnazione nel 2010 (da -0,3% a marzo). Prognosi peggiore anche per il Giappone quest'anno: -6,8% (da -6,6%), ma con successivi segnali di miglioramento.

A schizzare verso l'alto saranno nell'area Ocse i deficit pubblici: -7,7% nel 2009 (da -3,2% nel 2008) e -8,8% nel 2010, per effetto delle ricadute della crisi e delle misure governative di stimolo. Netto peggioramento anche per il mercato del lavoro, con la disoccupazione dell'area Ocse all'8,5% quest'anno e al 9,8% il prossimo, mentre l'inflazione scenderà allo 0,6% (dal 3,2% del 2008) nel 2009 e sarà allo 0,8% nel 2010. Per il commercio mondiale è previsto un crollo del 16% quest'anno contro -13,2% nelle previsioni di marzo, mentre per il prossimo è attesa una ripresa pari al 2,1%.
Tornando all'area euro, l'Ocse sottolinea che "ogni paese ha le sue specifiche debolezze", come lo scoppio della bolla immobiliare, il calo dell'export e i danni al settore finanziario. L'attività continuerà a contrarsi per il resto del 2009, mentre continueranno a diminuire investimenti e consumi a fronte dell'aumento della disoccupazione (10% nel 2009 e 12% nel 2010). Ma il ritmo del declino rallenterà grazie alle misure governative. Nel 2010 la ripresa del commercio mondiale aiuterà le esportazioni e il miglioramento delle condizioni finanziarie rilancerà gli investimenti.

L'Ocse chiede anche con forza che la Bce usi tutti gli spazi di manovra per tagliare i tassi di interesse al più presto. Questo perché le previsioni negative e l'evidente contrazione dell'inflazione sollecitano una revisione al ribasso.
(24 giugno 2009)

 

 

 

 

 

L'analisi del nuovo rapporto sulle Finanze pubbliche 2009

Ue, allarme debito per l'Italia
"Paese più vulnerabile alla crisi"

Ma "il successo delle aste è rassicurante" e "l'assenza di grandi squilibri esterni riflette la posizione finanziaria relativamente sana del settore privato"

Ue, allarme debito per l'Italia


BRUXELLES - L'Italia è "vulnerabile" rispetto alla crisi finanziaria, che ha determinato "un aumento dell'avversione al rischio", e l'aumento degli spread con i bond tedeschi. E' quanto afferma la Commissione europea nel nuovo rapporto sulle Finanze pubbliche 2009. "Gli squilibri interni dovuti all'elevatissimo debito pubblico possono colpire le vulnerabili finanze pubbliche italiane e possono portare ad un alto costo del capitale per l'intera economia, pesando perciò sulla sua crescita potenziale".

Ma, sottolinea Bruxelles, "a dispetto dell'alto debito, che riflette l'accumulo di deficit del passato, il rendiconto annuale di bilancio dell'economia italiana mostra una posizione ampiamente bilanciata rispetto al resto del mondo, che riflette bilanci nel commercio di beni e servizi generalmente positivi negli ultimi decenni". Inoltre "la prudente risposta di bilancio del governo italiano alla recessione, insieme alla relativa solidità del sistema bancario italiano, ha contribuito a contenere in Italia la percezione dei rischi di bilancio dovuti ai mercati finanziari".

Inoltre, "un'attenta gestione del debito da parte del Tesoro italiano" ha consentito "il successo delle aste sul debito pubblico anche negli ultimi mesi". Bruxelles osserva come tale gestione sia stata "esplicitamente mirata all'aumento della maturità complessiva del debito pubblico e all'aumento della liquidità dei bond governativi italiani nel mercato dei titoli dopo la crisi finanziaria del 1992-1993". Ciò per la Commissione Ue "è rassicurante, visto in particolare l'ampio volume di emissioni nazionali anticipate a livello globale e visto il fatto che gli investitori esteri rappresentano più della metà del totale degli investitori nei titoli pubblici italiani".


"L'assenza di grandi squilibri esterni riflette la posizione finanziaria relativamente sana del settore privato". In particolare, vi è un basso indebitamento delle famiglie che "continuano ad accumulare risparmi".
(23 giugno 2009)

 

 

 

 

Il nuovo rapporto dell'Ocse sulla previdenza

Pensioni, in Italia record di spesa,
più tasse, le donne prendono meno

Assorbono quasi il 30% del bilancio, rispetto a una media del 16% negli altri paesi
Ma anche la tassazione è il doppio, 24% contro 12,7

Pensioni, in Italia record di spesa, p
ROMA - L'Italia è il paese dell'Ocse con il più alto livello di spesa pensionistica, pari al 14% del Prodotto interno lordo nel 2005. E' quanto afferma l'Ocse nel rapporto 2009 sulle pensioni nel quale rileva che nel decennio 1995-2005 la spesa previdenziale è aumentata del 23%. Solo paesi quali Giappone, Corea, Portogallo e Turchia, secondo l'Ocse, hanno avuto aumenti simili (o superiori).

In Italia la spesa pubblica per benefici a favore degli anziani "è la più alta nei paesi Ocse da alcuni anni", afferma l'organizzazione, sottolineando che "le pensioni assorbono quasi il 30% del bilancio dello Stato, rispetto a una media Ocse del 16%". L'Ocse mette quindi in guardia dal "rischio" che un sistema così concepito induca a sottrarre risorse di spesa pubblica a altri settori "preferibili" quali il welfare e l'istruzione. Quanto ai contributi pensionistici, in Italia raggiungono "quasi il 33% dei guadagni, contro una media del 21% negli altri paesi".

Inoltre dal rapporto emerge che è al 24% il prelievo di tasse e contributi sulle pensioni in Italia, quasi il doppio rispetto alla media Ocse (12,7%). La penisola si distingue anche perchè le pensioni delle donne sono mediamente inferiori di un terzo rispetto agli uomini, di riflesso alla minore età di pensionamento delle donne.

L'applicazione delle riforme delle pensioni in Italia avanza molto lentamente rispetto agli altri paesi dell'Ocse e inoltre molti dei cambiamenti "vitali" per la sostenibilità finanziaria dei costi del sistema previdenziale sono stati "ripetutamente rinviati". L'Ocse sottolinea in particolare la "preoccupazione per il rinvio dell'adozione dei nuovi coefficienti di trasformazione contributiva che - sostiene - sono un importante fattore per calcolare l'importo della pensione". La logica dei coefficienti è, a fronte dell'aumento dell'aspettativa di vita, di ridurre i benefici a parità dei tempi di uscita dal mercato del lavoro e di contributi versati. I coefficienti dovevano essere rivisti dopo 10 anni dall'avvio del nuovo sistema, quindi nel 2005. Le nuove regole stabiliscono che la revisione automatica parta nel 2010.
"L'aspettativa di vita in Italia, così come negli altri paesi - avverte l'Ocse - ha continuato a crescere in questo periodo e il rinvio dell'introduzione dei nuovi coefficienti ha avuto un impatto negativo sul sistema. Al tempo stesso, "ci sono stati di recente altri ritardi nell'introduzione dell'aumento dell'età minima di pensionamento per anzianità". La riforma Damiano ha introdotto gli scalini modificando lo scalone Maroni che prevedeva l'uscita per anzianità dal 2008 a 60 anni con 35 di contributi. La riforma Damiano, invece, fissava la possibilità di uscita nel 2008 con 58 anni e 35 di contributi (59 anni gli autonomi) arrivando a quota 95 solo dal primo luglio di quest'anno.
(23 giugno 2009)

 

 

 

 

L'ANALISI

I conti senza le tasse

di CARLO CLERICETTI


I numeri sono una cosa da maneggiare con cura, perché possono essere pericolosi. In apparenza sono neutrali ("la forza delle cifre"), ma non è così: uno stesso conteggio può essere fatto con diversi metodi, e i risultati possono essere niente affatto simili.

L'Ocse e altre organizzazioni sovranazionali (Fmi, World Bank, Commissione Ue) o nazionali (banche centrali, istituti di statistica e di ricerca econimica) sono grandi produttori di numeri. E su di essi si basano per esprimere pareri, impartire consigli, elaborare ricette. Spesso i consigli e le ricette sono chiesti dai governi dei paesi interessati, che vogliono dividere la responsabilità politica di decisioni impopolari con soggetti presupposti "indipendenti" ("Ce l'ha chiesto l'Europa, lo ha detto il Fondo monetario").

Oggi l'Ocse ci dice che la spesa per pensioni in Italia è la più alta tra i paesi aderenti all'organizzazione. Ma questo conteggio è fatto in un modo piuttosto singolare. Nello stesso rapporto, qualche riga più avanti, risulta che anche la tassazione sulle pensioni in Italia è il doppio della media. In altre parole: lo Stato con una mano dà, ma con l'altra prende. Siccome i soldi escono ed entrano dalla stessa cassa, basterebbe il buon senso - senza neanche tirare in ballo la razionalità economica - per capire che i conti dovrebbero essere fatti sul saldo. Quanto si spende per le pensioni al netto delle tasse sulle medesime? In Germania, per esempio, non c'è bisogno di fare conteggi del genere, perché le pensioni sono praticamente detassate. Quella tedesca, dunque, è una spesa previdenziale effettiva, ma l'Ocse la confronta con la nostra (senza considerare le nostre tasse).
Conosciamo già la risposta a questa obiezione: le convenzioni internazionali prevedono che le statistiche si facciano in questo modo e non in un altro. Bene: sono immutabili, le metodologie internazionali? Sono sempre state così? Non cambieranno mai? Se ci si rende conto che la metodologia non è corretta, si continua ad usarla senza preoccuparsene?

L'Ocse ci dice anche che i contributi previdenziali in Italia sono molto elevati, pari al 33% della retribuzione, contro una media del 21% negli altri paesi. Non ci dice, però, se quel 21% è l'aliquota di equilibrio (ossia se quel livello di contributi basta a coprire la spesa previdenziale o una parte di essa è a carico della fiscalità generale).

In Italia si pubblica ogni anno il "Rapporto sullo Stato sociale", elaborato da un gruppo di università e curato dall'economista della Sapienza Roberto Pizzuti. Da alcuni anni in questo rapporto si fa il saldo fra spesa previdenziale e introiti di contributi e tasse sulle pensioni: ebbene, questo saldo è positivo: secondo gli ultimi dati disponibili, relativi al 2006, la previdenza non ha pesato, ma ha contribuito al bilancio pubblico per 11 miliardi di euro. Come si vede, i risultati dei conteggi non sono "oggettivi", dipendono dal metodo usato. E il metodo, spesso, dipende dagli obiettivi che si vogliono perseguire.

C'è poi un altro fattore da considerare. I dati sulla previdenza diffusi dalle organizzazioni internazionali (ma anche da quelle nazionali) riguardano la spesa per la previdenza pubblica e non si occupano di quella privata. Rileviamo en passant che per la sanità, per esempio, non si fa così: quella che si osserva è la spesa complessiva in relazione al Pil, che poi viene suddivisa in pubblica e privata. Ma ciò che conta è che questo è un altro grave errore metodologico. In tutti i paesi la previdenza privata gode di agevolazioni fiscali più o meno generose, che naturalmente pesano sui bilanci pubblici esattamente come se fossero sovvenzioni (in termine tecnico si chiama tax expenditure). E allora, perché ignorare l'importo di queste agevolazioni? Il bello è che è stato proprio un ricercatore dell'Ocse, Willem Adema, a fare i conti considerando tutti questi fattori, dimostrando che il bilancio delle spese sociali nei vari paesi cambia in modo clamoroso.

Restiamo in attesa che i "produttori di numeri" - compreso il nostro Istat - prendano atto che nelle loro metodologie c'è qualcosa da rivedere e si accordino su nuovi standard di rilevazione. Nel frattempo, questi numeri prendiamoli per quello che valgono: poco.

(23 giugno 2009)

 

 

 

Più di tremila gli evasori scoperti, 1.200 sono stati denunciati
All'estero patrimoni non dichiarati per 3,1 miliardi di euro

Fisco, in cinque mesi scoperti
redditi nascosti per 13,7 miliardi

Sequestrati 4 milioni di "Gratta e Vinci" falsi e 2mila videoslot

Fisco, in cinque mesi scoperti redditi nascosti per 13,7 miliardi


ROMA - Aumenta il gettito fiscale frutto dell'attività di contrasto all'evasione fiscale. Nei primi cinque mesi dell'anno la Guardia di Finanza ha scoperto redditi nascosti al fisco per 13,7 miliardi, cui devono aggiungersi recuperi di Iva dovuta e non versata per 2,3 miliardi e rilievi Irap per 8,7 miliardi. Mediamente, queste cifre confermano e sopravanzano del 10% i risultati del 2008 che si era chiuso con il consuntivo più alto degli ultimi decenni. Lo comunicano le Fiamme Gialle sull'attività al 31 maggio scorso.

Gli evasori individuati sono 3.200, 1.200 dei quali denunciati alle Procure della Repubblica per dichiarazioni dei redditi omesse o infedeli. La Guardia di Finanza ha inoltre accertato delle frodi "carosello" per emissione e utilizzo di fatture false con addebiti di Iva per 1,1 miliardi. A carico degli indagati sono stati eseguiti sequestri di disponibilità finanziarie e patrimoniali per 176 milioni di euro.

Per quanto riguarda l'evasione internazionale, la cifra non versata al fisco italiano è di 3,1 miliardi. I reati contestati sono lo spostamento all'estero della residenza fiscale, la circolazione di capitali nei paesi "off-shore" e le omesse dichiarazioni sui patrimoni detenuti all'estero.

Sono stati inoltre 3.500 gli interventi a tutela del monopolio statale sui giochi e sulle scommesse. La Guardia di Finanza ha sequestrato 2.050 videoslot e più di 4 milioni di falsi tagliandi di "gratta e vinci".
(23 giugno 2009)

 

L'UNITA'

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http://www.unita.it

2009-06-24

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

il SOLE 24 ORE

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http://www.ilsole24ore.com

2009-06-24

 

Ocse: il Pil italiano giù del 5,5%
Penalizzati dal crollo dell'export

Sullo sfondo della sua "debole competitività", l'Italia é tra i Paesi Ocse più colpiti dal calo dell'export (-20,9% nel 2009) assieme a Giappone e Germania, scrivono gli economisti dell'Ocse. Ma anche la domanda interna continuerà a diminuire nel 2009 (-4,2%) per riprendersi solo leggermente nel 2010 (+0,3%). Una situazione che porta l'Ocse a stimare un calo del Pil del 5,5% nel 2009.

In particolare gli investimenti fissi sono attesi in calo del 12,7% quest'anno (con un -19% per i macchinari e -7% per le costruzioni). L'aumento dei costi unitari del lavoro (+4,8% nel 2008 e +5,8% nel 2009), contribuendo al calo della redditività delle imprese che va avanti da quattro anni, é uno dei fattori che spiegano la debolezza degli investimenti. I consumi mostrano una tenuta relativamente migliore (-2,6% nel 2009 e invariati nel 2010). E' ancora presto per capire, d'altro canto, se le vendite di auto favorite dagli incentivi saranno controbilanciate da cali in altre spese.

La disoccupazione salirà al 10,2% nel 2010 (10,5% nel quarto trimestre), mentre l'inflazione scenderà con lentezza (1,1% nel 2009 e 1,2% nel 2010). L'Ocse si aspetta che siano il ciclo degli stock e gli investimenti a dare il colpo d'avvio alla ripresa. La ricostituzione degli stock dovrebbe aiutare il Pil nel quarto trimestre di quest'anno, ma la produzione complessiva probabilmente non aumenterà fino all'inizio del 2010. Nello stesso periodo il miglioramento delle condizioni finanziarie e una ripresa dell'export mondiale dovrebbe rafforzare la ripresa degli investimenti fissi che comunque prenderà consistenza solo nel 2010.

Salari più bassi e occupazione in calo freneranno invece la crescita dei redditi delle famiglie sia nel 2009 sia nel 2010, ma il tasso di risparmio dopo essere salito all'11,2% quest'anno dal 9,3% del 2008, dovrebbe scendere al 10,1% nel 2010. I prezzi delle case che probabilmente hanno iniziato a diminuire solo a fine 2008, dovrebbero continuare a scendere nel 2009, ma sulla base della passata esperienza secondo l'Ocse questo non dovrebbe avere un impatto di rilievo sul comportamento dei consumi. Lo scenario si conclude con una nota di ottimismo: restano i rischi di un peggioramento delle prospettive, ma sono equamente controbilanciati dalla possibilità di un miglioramento superiore alle attese. La ripresa di investimenti e stock potrebbe essere infatti anticipata e maggiore rispetto alle previsione, soprattutto se le condizioni finanziarie continuano a migliorare.

24 giugno 2009

 

 

 

Calano in Italia le vendite al dettaglio

Dopo la lieve ripresa registrata a marzo (+0,1% mensile) tornano a scendere le vendite al dettaglio ad aprile che hanno registrato un calo congiunturale dello 0,4%. Lo comunica l'Istat aggiungendo che, su base annua, si é invece avuta una flessione dello 0,6% rispetto allo stesso mese del 2008. Il valore delle vendite di prodotti alimentari ha registrato una variazione congiunturale positiva dello 0,1% mentre quello delle vendite di prodotti non alimentari una diminuzione dello 0,6 per cento. Nella media degli ultimi tre mesi l'indice del valore del totale delle vendite al dettaglio ha segnato un calo dell'1% rispetto ai tre mesi precedenti.

24 giugno 2009

 

 

 

 

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